Michael Künstle: «Orchestral Spaces», quando la musica si fa tangibile nello spazio durante l’ascolto

Serie di ritratti «Get Going!» 2018

Michael Künstle ⎪ Foto ⓒZakvan Biljon


Il compositore Michael Künstle si occupa nella sua opera dell’interazione tra drammaturgia del suono e suoni drammaturgici. Adesso il ventisettenne di Basilea desidera compiere un ulteriore passo avanti nella sua ricerca, rendendo il suono di un’orchestra tangibile per l’ascoltatore sul piano spaziale. La FONDATION SUISA sostiene questo progetto con il contributo finanziario «Get Going!».

La vittoria di Michael Künstle al 1° concorso internazionale per la musica da film nell’ambito del Festival del cinema di Zurigo 2012 ha lasciato di stucco l’artista, all’epoca appena ventunenne. «A quel tempo ero solo all’inizio dei miei studi» dichiara oggi, aggiungendo immediatamente: «Sto afferrando soltanto ora il significato di quel premio. È stato una sorta di evento catalizzatore, anche perché costituisce tuttora un riconoscimento alla competenza, che rimarrà per sempre nel mio curriculum».

Künstle ha prevalso su 144 concorrenti provenienti da 27 paesi, cui era stato assegnato il medesimo compito: la sonorizzazione del cortometraggio d’animazione «Evermore» di Philip Hofmänner. Guardando il film oggi, si può facilmente intuire cosa possa aver colpito la giuria di allora: Künstle ha sorpreso tutti con suoni raffinati posti interamente al servizio della narrazione cinematografica.

«Il bello della musica da film è che rappresenta il risultato di un fitto interscambio. Un film è un gioco di squadra tra innumerevoli persone ed è importante tenere conto di tutti gli aspetti: le riprese, la gestione del colore, l’allestimento scenografico…» chiarisce Künstle, lasciando trapelare la sua attrazione per il genere. «La sfida più ardua in un film è trasmettere, mediante la musica, messaggi non ancora comunicati attraverso le immagini o il parlato, ma che sono di fondamentale importanza per raccontare correttamente la storia fino alla fine».

L’elenco dei film di cui Künstle ha diretto la colonna sonora diventa sempre più nutrito: «Glow» di Gabriel Baur, «Family Practice» di Jeshua Dreyfus e «Free from you» di Viola von Scarpatetti sono solo alcuni esempi. L’entusiasmo con cui Künstle descrive le sue conoscenze specialistiche e la sua sete di sapere diviene contagioso nel corso dell’intervista  come quando racconta di alcuni grandi del settore citando, ad esempio, la conoscenza compositiva di Bernard Herrmann o la straordinaria abilità di John Williams, «le cui opere sono in perfetta sintonia con il film ma risuonano chiare come brani orchestrali al di fuori di esso. Si tratta di un obiettivo incredibilmente arduo da realizzare, perché tradizionalmente la musica sinfonica consente di creare strutture narrative più dense rispetto a un film».

Pur effettuando nella sua opera una chiara distinzione tra musica da concerto e musica da film, Künstle ammette che «nel corso della creazione l’una non può mai prescindere completamente dall’altra». Alcuni elementi sviluppati dall’artista in collaborazione con la regista Gabriel Baur per il film «Glow» sono confluiti nel brano «Résonance», interpretato dal Trio Eclipse nel 2016. «Tuttavia la mia musica da concerto si basa principalmente su forme compositive e idee strutturali che non possono essere concretizzate in un film».

Anche l’idea del progetto attualmente cofinanziato dalla FONDATION SUISA nell’ambito del contributo «Get Going!» nasce da un altro importante aspetto dell’opera di Künstle. L’artista persegue, come egli stesso sottolinea, una filosofia dell’«autenticità», che comprende anche una rappresentazione più accurata possibile dell’esecuzione, utilizzando le più moderne modalità di registrazione. In collaborazione con il suo partner di lavoro Daniel Dettwiler, proprietario dello studio «Idee und Klang» (Idea e suono) di Basilea e da anni alla ricerca di nuove possibilità di registrazione, Künstle mira a creare una composizione spaziale tale da far vivere un’esperienza uditiva senza precedenti.

«Nella musica contemporanea lo spazio viene spesso equiparato ad altri elementi compositivi come il motivo o il ritmo, ma quasi sempre nella registrazione questo aspetto essenziale va perso», spiega l’artista. «Vorrei che lo spazio tridimensionale riempito dall’orchestra durante la registrazione fosse percepito attraverso le cuffie come se la musica si potesse letteralmente toccare». Per Künstle l’esplorazione e, in un certo senso, anche la conquista di questi «Orchestral Spaces» sono rimaste per molti anni solo un’idea perché, come egli stesso sottolinea, «sono realizzabili esclusivamente in uno studio che possa offrire il miglior suono possibile e i migliori microfoni esistenti». Grazie al contributo «Get Going!», questo ulteriore passo verso una rivoluzione audiofila sta diventando realtà all’interno degli storici Abbey Road Studios di Londra, con un’orchestra composta da 80 strumentisti. A tale scopo Künstle scriverà una composizione in cui lo spazio di registrazione rivesta un ruolo centrale. «Vorrei invertire il processo di composizione» sottolinea, chiarendo l’obiettivo del suo progetto – proprio come nella musica da film, in cui si parte, prima che da ogni altra cosa, da ciò che si ascolta. E con questo il cerchio si chiude.

Rudolf Amstutz


michaelkuenstle.ch

Ritratto arttv
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MICHAEL KÜNSTLE

10.09.2019