Cégiu: In dialogo con gli altri e con il proprio corpo

Serie di ritratti «Get Going!» 2022

Cégiu ⎪ Foto ©Gian Marco Castelberg

L’orecchio come microfono e strumento, il cervello come mixer e il corpo come subwoofer percepibile individualmente: con il suo nuovo progetto «Coiled Continuum», Céline-Giulia Voser, alias Cégiu, mira a rendere la musica percettibile fisicamente. La FONDATION SUISA la sostiene con un contributo finanziario «Get Going!».

Nella musica di Cégiu, la struttura della superficie viene utilizzata solo per breve tempo, unicamente nei primi secondi di una canzone, quando entra in contatto per la prima volta con le orecchie dell’ascoltatrice o dell’ascoltatore. Dopodiché, la musica si trasforma in un vortice, in un labirinto complesso, intrecciato e tortuoso, che si fa strada nel profondo del subconscio dell’ascoltatore e gioca con le emozioni. Cégiu ha nel frattempo affinato la sua arte in tre album: in «Skinny Souls» (2016), «Restless Roots» (2019) e «Glowing Goodbyes» (2021) non solo fa crollare la Torre di Babilonia attraverso l’uso di idiomi diversi, bensì crea incessantemente nuovi intrecci acustici, ancora più sofisticati, in grado di innescare stimoli inediti sulla tastiera emotiva. È in questo modo che la 39enne della Svizzera centrale, con radici friulane e romande, riesce nell’impresa di trasferire anche ad altri la catarsi insita nella sua musica.

In «Restless Roots», una delle sue canzoni s’intitola «Il Silenzio – n’existe pas» e contiene praticamente tutti gli elementi distintivi di una composizione di Cégiu: il silenzio che non esiste l’ha vissuto in prima persona, quando la famiglia si è trasferita da un luogo insuperabile in termini di rumore del traffico a un caseggiato confinante con il parco di un castello. «Improvvisamente», riferisce Cégiu, «sono riuscita a sentire il mio stesso corpo, il suono del sangue che scorreva nelle mie orecchie.» L’angoscia che fa seguito a questa constatazione è trasposta a livello vocale in sussurri e urla e supportata verbalmente in quattro lingue. «Crescendo in una famiglia multilingue, mi sono accorta ben presto che certi stati d’animo o sentimenti si possono esprimere in modo più marcato in una data lingua rispetto a un’altra.» In «Dream on mon coeur», l’artista sussurra sulle note di un violoncello alienato, in un ciclo infinito, che vaga attraverso tutti gli stati fisici nel corso del brano.

L’effetto della musica sul nostro cervello, sul nostro corpo – anche di questo si occupa Cégiu nel suo attuale progetto, per il quale è sostenuta dalla FONDATION SUISA con un contributo «Get Going!». Il nome da lei scelto, «Coiled Continuum», la dice lunga: all’interno di questo continuum chiuso e in costante rotazione, Cégiu mira a collaborare con altri artisti creativi, trasmettendo per un’ulteriore elaborazione ciò che è già stato creato ad altri, che poi a loro volta restituiscono il risultato a Cégiu. 

«L’immagine di una spirale in continua rotazione mi affascina», dichiara. «Vorrei incorporare questo approccio a tutti i livelli del progetto, nei miei processi lavorativi, nelle collaborazioni, ma anche sul piano dell’accoglienza. Un eterno andirivieni, anche in riferimento all’effettivo principio alla base della nostra esistenza.» Cégiu è già in contatto con la musicista e produttrice Anna Murphy e con il poeta Slam Dominique Macri, ma anche con il fotografo Gian Marco Castelberg e, per il visual concept, con Bartholomäus Zientek. Ne seguiranno altri. «Poiché viviamo in un mondo fortemente influenzato dalle immagini, sono anche alla ricerca di uno scambio interdisciplinare.»

Dal punto di vista dei contenuti, il progetto ruota attorno al tema della percezione psicoacustica, di cui si è occupata assiduamente la compositrice e artista di installazioni Maryanne Amacher (1938–2009). «L’orecchio», spiega Cégiu, «non è soltanto in grado di percepire i suoni, ma anche di generarli in autonomia, con un processo innescato mediante uno stimolo.» Lo scopo è stimolare l’orecchio e il cervello a sviluppare propri suoni durante l’ascolto della musica: «Per dare vita a una nuova esperienza corporea che renda la musica percettibile fisicamente.» E non solo durante lo streaming della musica (con le cuffie), ma anche dal vivo: «Il mio sogno sarebbe quello di poter sfruttare lo spazio e il comportamento delle persone in modo tale che a loro volta mi influenzino sul palco e il pubblico diventi parte della band.» Come in tutte le opere di Cégiu, i ritmi giocano un ruolo fondamentale. «Per «Restless Roots» l’artista ha usato il rumore delle rotelle delle valigie, in «Glowing Goodbyes» quello degli insetti, e ora i rumori di sottofondo della bocca, percepibili durante i messaggi vocali, che vanno a comporre la ritmica complessa della musica.

Anche se il risultato di «Coiled Continuum» è destinato a divenire un lavoro completo sotto forma di album, Cégiu vuole utilizzare le opzioni digitali disponibili per una sorta di «Audio Diary» durante il processo lavorativo. Questa visibilità consente il confronto con gli altri e diventa pertanto a sua volta parte del continuum.Una simile modalità di lavoro, l’intensa concentrazione sul tema – tutto ciò richiede tempo e denaro. «Questa forma di sostegno della FONDATION SUISA, che non prevede risultati o tempistiche da definirsi a priori, consente un margine d’azione inimmaginabile, in cui ci si può anche concedere qualche rischio», afferma Cégiu descrivendo i vantaggi di «Get Going!». In altre parole, l’unico approccio possibile per impegnarsi a fondo senza pressioni dall’esterno.

Rudolf Amstutz


www.cegiu.com

Ritratto arttv
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CÉGIU

17.10.2023


Dal 2018 esiste «Get Going!» come offerta di sostegno della FONDATION SUISA. Con questa nuova forma di contributo alla creazione vengono incentivati finanziariamente processi creativi e artistici che esorbitano dalle categorie convenzionali. Con cadenza mensile, presentiamo individualmente gli otto destinatari del premio «Get Going!» 2022.