Serie di ritratti «Get Going!» 2019
Nonostante una formazione d’eccezione e il successo commerciale in numerose band, il talento di Anna Gosteli stentava a salire alla ribalta. Oggi, forte di numerose esperienze confluite in un’identità musicale ardentemente cercata, la 35enne di Soletta può finalmente esprimere tutto il suo estro artistico. Grazie al contributo «Get Going! 2019», l’artista può ora contare sulla necessaria autonomia finanziaria.
Le tessere di un mosaico, distribuite casualmente, presentano un’infinita varietà di colori, ma non formano un quadro d’insieme. Per creare l’immagine finale, devono essere disposte nella loro esatta collocazione. «Di tutto un po’, senza eccellere in niente»: così Anna Gosteli esprime uno stato d’animo durato anni. E questo nonostante un’evidente preparazione in numerose discipline: lezioni di pianoforte a sette anni, poi clarinetto e coro della scuola. A casa, nel Vorarlberg austriaco, una madre chitarrista e un padre sassofonista. «Già da bambina ho sperimentato ogni stile possibile, dall’evergreen allo Schlager, e non sono mancati diversi strumenti da suonare».
Poi, a 14 anni, il trasferimento in Svizzera. A questo punto il mosaico si arricchisce di una tessera a cui ne seguiranno molte altre. A 21 anni Anna entra a far parte del quintetto indiepop fondato a Basilea «The Bianca Story». Nulla sembra ostacolare una carriera in ascesa: apparizioni alla Deutsche Oper Berlin, registrazioni agli Abbey Road Studios di Londra. «All’inizio passavo inosservata nella band», afferma la 35enne. Poi aggiunge rapidamente: «Ma ero io a sentirmi così, non era colpa dei miei colleghi uomini, che mi hanno sempre trattata alla pari». Cantante di grande talento, Anna è sempre stata la seconda voce nonostante il successo internazionale. Questa condizione, unita alla sua natura riservata, l’ha portata a immaginare una carriera più appagante.
Così, la sua emancipazione artistica è iniziata frequentando la scuola di jazz di Basilea: composizione con Hans Feigenwinter, canto con Lisette Spinnler e armonia con Lester Menezes. Oggi ci ride su, ma ammette di aver pianto quando Lester «sbottò che quello che facevo era noioso. Secondo lui cantavo fin troppo bene». Alla fine, attraverso questo rapporto di amore-odio, Anna è riuscita a mettere in discussione i ruoli che le erano stati assegnati e ad ascoltare la sua voce interiore. Lentamente ma inesorabilmente, le tessere del mosaico accumulate negli anni sembravano finalmente andare al posto giusto. E in lei cresceva la certezza che presto avrebbero creato un quadro perfetto.
Così, con Fabian Chiquet di The Bianca Story, ha fondato Chiqanne. Insieme compongono meravigliose canzoni pop dai contenuti profondi. «All’improvviso mi sono trovata a scrivere testi in tedesco e a cantarli sotto le luci della ribalta». Tuttavia, la svolta decisiva è arrivata con «Dr Schnuu und sini Tierli», una raccolta di canzoni per bambini ma anche per i loro genitori. Fu un caso, come molti altri avvenimenti della sua variegata carriera. «Non so mai dove mi porta la vita. Ma, in un certo senso, è un piano anche questo», afferma ridendo.
Un Natale di qualche anno fa Anna, già madre di un bimbo che oggi ha sei anni, stava cercando un regalo per i figli dei suoi amici. «E siccome all’epoca dovevo risparmiare, ho scritto una canzone dedicando una strofa ad ogni bambino». A «Federvieh», il brano sui pennuti, ha fatto seguito la canzone del castoro, «Biber», dedicata al compositore di colonne sonore cinematografiche Biber Gullatz (con cui spesso collabora per le musiche di film per la televisione) come ringraziamento per il suo soggiorno a Berlino. «Soltanto allora ho pensato di scrivere una raccolta di canzoni per bambini».
Sono proprio queste canzoni, che raccolgono gran parte della sua esperienza musicale, a suggerire che il mosaico di Anna Gosteli si trasformerà ben presto in un’opera strabiliante. Con molta ironia, ma anche con grande profondità di pensiero, queste canzoni mostrano tutto il talento narrativo di Gosteli, mentre la musica portata sul palco insieme alla chitarrista Martina Stutz riflette il suo percorso tra gli stili più disparati, dall’evergreen allo Schlager passando per il pop e il jazz.
«Oggi ho un sacco di idee», afferma Anna, che insegna canto al Guggenheim di Liestal ed è responsabile insieme a Evelinn Trouble del «Female Bandworkshop» per «helvetiarockt». Un’ultima ma non meno importante novità: il mosaico sarà presto completato nella neonata formazione Kid Empress. «Finalmente collaboro con tre persone musicalmente affini», afferma la giovane artista, «insieme prendiamo decisioni senza scendere a compromessi».
«Schnuu» e il sound dallo stile trasversale di Kid Empress suggeriscono che l’iniziale «di tutto un po’, senza eccellere in niente» ha lasciato il posto a una precisa identità. «Il contributo Get Going! arriva nel momento giusto, poiché mi offre le risorse finanziarie necessarie per potermi lanciare in nuove avventure creative.» Uno splendido sorriso le illumina il viso.
Rudolf Amstutz